Pipistrelli negli ambienti sotterranei
IL RUOLO DEGLI
AMBIENTI SOTTERRANEI PER I PIPISTRELLI (top)
Gli ambienti sotterranei naturali (grotte) e artificiali (miniere
dismesse, tunnel, bunker, acquedotti, necropoli, ghiacciaie, sotterranei
di edifici monumentali ecc.) rappresentano per i pipistrelli importantissimi
siti di rifugio. Possono essere utilizzati per trascorrere il periodo
del letargo e, nel resto dell'anno, come siti di riposo diurno,
posatoi notturni, siti di accoppiamento, di swarming (termine con
cui vengono indicate concentrazioni notturne di esemplari che si
verificano nei rifugi in periodo tardo-estivo e autunnale, per ragioni
biologiche ancora in discussione) o, ancora, frequentati da colonie
riproduttive, ossia per il parto e l'allevamento dei piccoli. Nell'Europa
centrale e settentrionale quest'ultima funzione ha luogo raramente
negli ambienti sotterranei, mentre nell'Europa meridionale essi
svolgono tutti i ruoli citati.
In
Piemonte sono noti siti sotterranei che ospitano pipistrelli nel
corso di tutte le stagioni dell'anno, colonie riproduttive comprese,
ma nella maggior parte dei casi la frequentazione è finalizzata
al letargo. In particolare, nella regione sono presenti i più
importanti siti d'ibernazione attualmente noti sull'intero territorio
nazionale per le specie Rhinolophus hipposideros e Barbastella barbastellus.
Si tratta di due grotte che nell'inverno 2006/07 hanno ospitato
rispettivamente 482 esemplari della prima specie e 183 esemplari
della seconda.
Le cavità sotterranee naturali sono una risorsa ambientale
rara, ma, in compenso, altamente stabile nel tempo (si pensi, per
confronto, alla temporaneità dei rifugi arborei). E' probabilmente
per tali motivi che i pipistrelli che frequentano le grotte si dimostrano
altamente fedeli a tali rifugi, ritornandovi regolarmente, anno
dopo anno. Analogo comportamento si registra nei confronti degli
ambienti artificiali che "mimano" le condizioni delle
grotte e vengono utilizzati in alternativa ad esse: una volta individuati
e colonizzati, gli esemplari che li frequentano (di solito limitatamente
ad un certo periodo dell'anno) continuano a farlo per tutta la vita.
Anche per tale motivo, l'alterazione di un sito di rifugio sotterraneo
di chirotterofauna può avere conseguenze estremamente gravi.
Va inoltre tenuto conto che quasi tutte le specie di chirotteri
europei utilizzano gli ambienti sotterranei, alcune in maniera pressoché
esclusiva, e che, grazie alla stabilità microclimatica che
spesso presentano, i siti ipogei costituiscono in assoluto i rifugi
più importanti per l'ibernazione dei chirotteri.
LE
CONDIZIONI CHE CONSENTONO LA PRESENZA DEI PIPISTRELLI; LE CAUSE
DELLA LORO ALTERAZIONE (top)
Varie condizioni rendono un sito sotterraneo adatto o meno a ospitare
pipistrelli: l'accessibilità (occorre almeno un'apertura
di dimensioni sufficienti), il grado di luminosità (quasi
sempre si tratta di ambienti bui), le caratteristiche di ventilazione
(condizionano i due fattori che seguono), la temperatura (nei siti
d'ibernazione prevalentemente compresa fra +2 e +10 °C; nei
siti occupati da colonie riproduttive prevalentemente superiore
ai 20 °C), l'umidità (prevalentemente elevata), la natura
delle superfici di appiglio (vale la generalizzazione che il substrato
deve essere ruvido; nel caso di grotte e miniere ciò si verifica
sempre, nel caso degli edifici sono idonei i soffitti in legno,
pietra, mattoni o intonaco rugoso), la tranquillità.
Le diverse specie di pipistrelli possono mostrare, rispetto ai fattori
citati, diversi gradi di tolleranza e preferenze variabili. Per
fare degli esempi: Myotis emarginatus mostra un'elevata tolleranza
per quanto riguarda la luminosità, potendo frequentare sia
rifugi perfettamente bui, sia rifugi moderatamente luminosi; Barbastella
barbastellus è una specie "microterma", ossia preferisce
temperature relativamente basse e, nei rifugi, si colloca quasi
sempre nelle vicinanze delle aperture; i rinolofi, al contrario,
sono "termofili" e scelgono ubicazioni più calde,
talora anche molto interne rispetto agli accessi. Diverse anche
le esigenze rispetto alle caratteristiche "strutturali"
del punto in cui gli esemplari si collocano: varie specie, ad esempio
quelle del genere Pipistrellus, penetrano nelle fessure strette
dei soffitti e occupano spesso i fori delle mine; altre, come i
rinolofi, penzolano dalle volte, col corpo libero nel vuoto; Barbastella
barbastellus spesso si osserva posato su piccole cenge delle pareti
e Myotis daubentonii può collocarsi addirittura negli accumuli
di pietre dei pavimenti delle cavità.
Premesso che esiste tale variabilità, i siti sotterranei
perdono la loro idoneità ad ospitare chirotteri quando si
realizzano alterazioni significative a carico dei fattori citati:
messa in luce, modificazione del microclima (ad esempio attraverso
la creazione di correnti d'aria), variazione delle condizioni per
l'appiglio (ad esempio a causa di cementificazione o intonacatura
dei soffitti), disturbo antropico diretto.
Esistono varie cause alla radice di tali alterazioni: interventi
di turisticizzazione (frequenti a carico di grotte, miniere abbandonate
e siti di interesse storico); utilizzo per fini quali la collocazione
di impianti
tecnologici, lo stoccaggio di rifiuti, la stagionatura di prodotti
alimentari, la coltivazione di funghi (a tali scopi vengono spesso
utilizzate le miniere abbandonate); chiusura degli accessi per ragioni
di sicurezza (miniere abbandonate; captazioni idriche); visite da
parte di appassionati con interessi vari quali la speleologia, la
raccolta di minerali, l'archeologia e l'esplorazione degli ambienti
sotterranei artificiali (grotte, miniere, condotti sotterranei di
vario tipo); lavori di restauro/ristrutturazione e cambiamenti di
destinazione d'uso (soprattutto sotterranei di edifici); esposizioni/eventi
culturali (allestimento di presepi, concerti ecc.).
Se appare scontato che interventi cospicui negli ambienti sotterranei
frequentati dai pipistrelli, ad esempio l'allestimento di impianti
industriali o la turisticizzazione spinta, hanno pesanti effetti
negativi sulla chirotterofauna, non altrettanto evidente è
che anche forme di utilizzo antropico molto più moderato,
come visite irregolari e realizzate utilizzando sorgenti di illuminazione
personali, possono avere effetti negativi. Ciò accade soprattutto
quando risultano interessate le fasi più critiche del ciclo
biologico dei chirotteri, ossia si interferisce con colonie riproduttive
o esemplari ibernanti.
L'ingresso in un sito riproduttivo può causare agitazione
della colonia e, nella fase perinatale, perdita di esemplari a causa
di aborti o caduta dei piccoli dai punti di appiglio.
L'effetto del disturbo di un sito d'ibernazione è in genere
meno evidente, perché le conseguenze negative si manifestano
a distanza di tempo. Tale fenomeno si verifica con frequenza tutt'altro
che trascurabile e, tenuto conto che le cavità sotterranee
rappresentano i siti d'ibernazione più importanti per i chirotteri,
è opportuno un approfondimento al riguardo.
Un
pipistrello letargico è una sorta di macchina biologica che
lavora al rallentatore, col risultato di uno straordinario risparmio
energetico. Sono ridotti al minimo i battiti cardiaci (da quasi
1000 al minuto durante il volo, fino a soli 20 al minuto nel letargo),
gli atti respiratori (da uno ogni 5 secondi circa, in attività,
fino a un minimo di uno ogni 90 minuti nel letargo), la temperatura
corporea (da 35-40 °C viene portata intorno a quella del rifugio
d'ibernazione, di solito fra +2 e +10°C). Svegliarsi significa
per il pipistrello riportare tali parametri ai valori necessari
per essere attivi e per far ciò vengono consumate quantità
importanti di riserve lipidiche.
Va precisato che, durante l'inverno, i pipistrelli si svegliano
alcune volte già naturalmente e alla fine del periodo d'ibernazione
avviene, ovviamente, il risveglio definitivo. E' stato calcolato
che per tali complessivi risvegli naturali i pipistrelli consumano
il 75% dell'energie spese durante l'intero periodo d'ibernazione,
"bruciando" un corrispondente quantitativo di grassi.
E' facile capire, allora, come ogni risveglio artificiale rappresenti
un rischio per gli esemplari. La presenza umana in un sito d'ibernazione,
con tutto ciò che comporta (rumore, illuminazione artificiale,
rialzo termico), può causare il risveglio dei pipistrelli
in letargo, anche se ciò non viene generalmente percepito
dal visitatore, perché il processo può richiedere
anche un'ora. Se vengono ripetutamente svegliati, gli esemplari
rischiano di arrivare alla fine dell'inverno senza riserve sufficienti
per il risveglio definitivo o comunque defedati, molto più
sensibili ai fattori di mortalità e, nella stagione riproduttiva
che si presenta, incapaci di riprodursi.
COME
CONSERVARE GLI AMBIENTI SOTTERRANEI E I PIPISTRELLI ASSOCIATI (top)
I principali concetti espressi nel seguito sono sintetizzati in una nota informativa scaricabile cliccando precauzioni nella gestione dei siti sotterranei. Chiediamo a tutti i soggetti potenzialmente coinvolti nella gestione di tali ambienti di aiutarci nell'azione informativa inserendo la nota nei propri siti web: quanto piú essa sará ripetuta tanto maggiore sará la probabilitá di garantire la tutela dei chirotteri e il rispetto della legge!
Strumenti legali
Disposizioni generali.
La Legge sancisce la particolare protezione di tutte le specie di
chirotteri, disponendo norme di tutela sia degli esemplari, sia
dei loro rifugi (
I pipistrelli e la Legge).
Data la rilevanza che gli ambienti sotterranei rivestono per la
conservazione dei chirotteri e in particolare di varie specie minacciate
d'estinzione, si sottolinea la necessità che in tali ambiti
venga garantita una rigorosa applicazione delle norme di tutela.
Il rispetto delle colonie riproduttive e ibernanti dev'essere considerato
esigenza prioritaria: nei siti che ospitano pipistrelli in tali
condizioni, durante le fasi biologiche corrispondenti, è
opportuno escludere qualsiasi forma di frequentazione antropica,
salvo che per esigenze inderogabili di studio o sicurezza.
Interventi per i quali la Legge prevede esplicitamente procedure
di valutazione preventiva.
Per alcune delle tipologie di interventi che possono avere impatto
negativo sui rifugi sotterranei di pipistrelli e sui pipistrelli
associati, le normative vigenti prevedono procedure di valutazione
preventiva, nell'ambito delle quali devono essere analizzate le
possibili conseguenze delle azioni progettuali; qualora necessari,
individuati interventi e misure di mitigazione/compensazione e,
nei casi più critici, evidenziata l'opportunità di
ricorrere a soluzioni progettuali alternative o, addirittura, di
rinunciare alla realizzazione di parte o del complessivo intervento.
L'obbligo di adottare una procedura valutativa è esplicitamente
prescritto dalle normative vigenti per i piani/programmi di cui
all'allegato 2 (Valutazione Ambientale Strategica) e le opere di
cui all'allegato 3 (Valutazione d'Impatto Ambientale) della Parte
II Decreto Legislativo n. 152/2006, e per piani o progetti non direttamente
connessi e necessari alla conservazione degli elementi di pregio
naturalistico e che possono avere incidenze significative sui siti
individuati come pSIC, SIC, o designati ZSC ai sensi della Direttiva
92/43/CEE (Valutazione d'Incidenza), come prescritto dall'art. 5
del D.P.R. 357/1997 e succ modd. e intt.
Con
riferimento a tali siti e, in particolare, ai frequenti progetti
di turisticizzazione di grotte che vengono portati avanti sul territorio
nazionale, si ricorda che la valutazione d'incidenza dev'essere
prodotta da coloro che propongono gli interventi. Gli Enti preposti
al controllo del documento, dal canto loro, devono tenere in debito
conto il fatto che la turisticizzazione delle grotte costituisce
un elemento di decremento del pregio delle aree pSIC, SIC e ZSC.
Una delle caratteristiche importanti per il riconoscimento della
rilevanza comunitaria di tali ambiti è infatti proprio la
presenza dell' habitat "grotte non ancora sfruttate a livello
turistico" (D.P.R. 357/1997 e succ. modd. e intt., allegato
A).
Altri interventi per i quali è opportuna la valutazione
preventiva.
Anche quando non si inquadra nella casistica di VIA, VAS e Valutazione
d'incidenza, affinchè sia garantito il rispetto delle generali
norme di tutela dei chirotteri, la realizzazione di interventi con
grande potenzialità d'interferenza con le caratteristiche
dei rifugi sotterranei e i pipistrelli associati, dovrebbe essere
comunque subordinata a una perizia chirotterologica. Con tale termine
si intende una procedura speditiva, recante una caratterizzazione
di massima della chirotterofauna presente, la valutazione dei potenziali
effetti delle azioni progettuali, l'individuazione di accorgimenti
per mitigare le eventuali interferenze e, sulla base degli elementi
precedenti, la formulazione di un giudizio di compatibilità.
In particolare, dovrebbero sempre essere sottoposti a tale procedura:
gli interventi di turisticizzazione di grotte e miniere dismesse,
altre nuove forme di utilizzo delle miniere abbandonate, interventi
di restauro/ristrutturazione e cambiamenti di destinazione d'uso
di parti sotterranee di costruzioni antropiche particolarmente adatte
ad ospitare chirotterofauna (a quest'ultimo riguardo si veda Pipistrelli
negli edifici).
Si sottolinea ancora come la perizia chirotterologica non sia esplicitamente
prevista da una norma, ma come in sua assenza possano determinarsi
violazioni gravi alle disposizioni di legge sulla conservazione
dei chirotteri (interferenze negative a carico di colonie di grande
rilevanza conservazionistica s'inquadrano nella casistica del danno
ambientale). Le Pubbliche Amministrazioni coinvolte nei processi
autorizzativi devono essere particolarmente attente nell'applicazione
del principio precauzionale qui richiamato.
Esempi di applicazione e riferimenti tecnici
Rispetto della tranquillità dei
siti.
Si
è sottolineata l'importanza del rispetto della tranquillità
degli ambienti sotterranei che ospitano pipistrelli, in particolare
quando sono presenti esemplari ibernanti o colonie riproduttive.
In Piemonte si raccomanda di astenersi dalle visite ai siti che
sono utilizzati per l'ibernazione, indicativamente dall'inizio di
novembre a metà-fine marzo; in caso di locali nevicate tardive,
il periodo di rispetto può richiedere l'estensione fino a
fine aprile. Gli speleologi dell'Associazione Gruppi Speleologici
Piemontesi hanno dato disponibilità in tal senso, impegnandosi
a non visitare le grotte più importanti per l'ibernazione
dei chirotteri note in regione. Lo stesso impegno si chiede agli
altri gruppi speleologici e, più in generale, a chiunque
sia interessato alle visite (per ulteriori informazioni: info@centroregionalechirotteri.org).
Per quanto attiene alle colonie riproduttive, in Piemonte quelle
note all'interno di ambienti sotterranei sono ubicate quasi esclusivamente
in edifici. La loro tranquillità è attualmente garantita
da accordi con i proprietari.
Più in generale relativamente al problema del rispetto dei
pipistrelli negli ambienti sotterranei, il CRC ha redatto un codice
deontologico, che si sottopone all'attenzione di tutti coloro che,
con motivazioni varie, frequentano i siti ipogei: codice
di comportamento.
Vi sono tuttavia casi in cui gli accordi con "categorie coinvolte"
non sono sufficienti a garantire il rispetto dei chirotteri e, più
in generale, dell'ambiente ipogeo. Esistono cavità frequentate
da pipistrelli e interessate dall' afflusso di un pubblico eterogeneo
e non raggiungibile efficacemente da un'informazione preventiva.
In tali casi il controllo della presenza antropica non può
che esercitarsi attraverso la chiusura degli accessi, mantenendo
le condizioni per il transito dei pipistrelli (si veda oltre), o
tramite la recinzione e la sorveglianza dei terreni su cui insistono
gli accessi.
Interventi di tale tipo sono stati messi in atto nella regione a
cura dell'Ente Parco Capanne di Marcarolo e, nell'ambito del programma
di attività 2006/09, dal CRC. Per informazioni su un intervento
di chiusura dell'accesso si veda:
La Grotta di Pugnetto.
Chiusura degli accessi (per motivi di sicurezza o altri) senza
interferire coi pipistrelli.
In Italia sono noti casi di miniere abbandonate i cui accessi sono
stati interamente murati, con motivazioni di messa in sicurezza,
senza verificare se all'interno fossero presenti pipistrelli e,
più in generale, senza considerare l'esigenza di conservare
i rifugi dei pipistrelli. Oltre alla gravità di tali eventi
(la distruzione di una colonia importante è punibile anche
attraverso l'applicazione della normativa sul danno ambientale),
colpisce la loro assurdità, dal momento che le chiusure si
possono realizzare conservando l'accessibilità per i pipistrelli.
La realizzazione di murature (o altre chiusure "piene")
con rilascio di finestre adatte al passaggio in volo degli esemplari
potrebbe rappresentare una soluzione al problema, ma è sconsigliata
perché passibile di indurre alterazioni nella ventilazione
dei siti e conseguenti variazioni negative del microclima interno.
Una soluzione migliore è utilizzare cancelli a griglia con
sbarre sufficientemente spaziate. Esistono vari documenti tecnici
sull'argomento e sono state condotte ricerche per verificare gli
effetti delle diverse tipologie di griglie sui pipistrelli. La scelta
va calibrata sul ruolo biologico del rifugio (nel caso di utilizzo
nella buona stagione, in particolare da parte di colonie riproduttive
o per lo swarming, occorre che le barriere siano particolarmente
permeabili al transito dei pipistrelli, dal momento che i passaggi
attraverso l'accesso sono molto più frequenti di quanto avvenga
in un sito d'ibernazione), sulle specie presenti (alcune sono più
sensibili al restringimento degli accessi) e sui reali rischi per
l'incolumità delle persone (variabili in relazione a fattori
quali la distanza dagli insediamenti abitativi, la presenza di pozzi,
lo sviluppo delle gallerie).
Nella maggior parte dei casi, cancelli a griglia con sbarre orizzontali
distanziante fra di loro 15-18 cm (distanza intesa come spazio vuoto
fra sbarre successive; quella fra la parte centrale, assiale, delle
sbarre sarà maggiore) e sbarre verticali poste ad almeno
60-75 cm l'una dall'altra non ostacolano il passaggio dei chirotteri
e sono sufficienti alle esigenze di esclusione antropica.
Va comunque sempre considerata la possibilità complementare
o alternativa di ricorrere a barriere fisiche poste a distanza dell'accesso,
quali alte recinzioni o, ove esista una sufficiente disponibilità
idrica, fossati o altre raccolte d'acqua. Queste ultime opzioni
dovrebbero essere scelte come alternative al posizionamento del
cancello nei casi di presenza di colonie riproduttive di Miniopterus
schreibersii, specie dal volo veloce particolarmente sensibile a
ogni forma di restrizione dell'accessibilità.
Qualora debbano essere effettuate chiusure degli accessi di siti
sotterranei nei quali non è nota la presenza di pipistrelli,
si suggerisce di ricorrere comunque a griglie adatte al loro transito;
potrebbe verificarsi, infatti, una successiva colonizzazione dei
siti.
Per maggiori informazioni su materiali e tecniche per la realizzazione
delle chiusure:
http://www.eurobats.org/publications/publication%20series/pubseries_no2_english_3rd_edition.pdf
http://www.eurobats.org/publications/publication%20series/pubseries_no2_french_3rd_edition.pdf
Controllo della vegetazione per conservare l'accessibilità
ai siti.
Qualora davanti alle aperture dei siti sotterranei si sviluppi vegetazione
schermante, d'ostacolo al passaggio dei pipistrelli, è opportuno
provvedere a periodiche potature. L'operazione va limitata all'accesso
del sito; la vegetazione circostante dev'essere mantenuta dal momento
che può avere un ruolo importante quale elemento "strutturale",
seguito dagli esemplari negli spostamenti da e per il sito di rifugio.
Interventi sulle condizioni di oscurità e microclimatiche
per ripristinare o incrementare la potenzialità dei siti
per i pipistrelli.
Molto spesso le alterazioni delle condizioni che consentono l'utilizzo
di un sito sotterraneo da parte dei pipistrelli riguardano l'oscurità
e il microclima.
Qualora il primo fattore risulti alterato a causa dell'installazione
di un impianto di illuminazione artificiale interno al sito, ovvia
soluzione al problema è la disattivazione dell'illuminazione
nel periodo di presenza dei pipistrelli. Analogamente dovranno essere
disattivate eventuali sorgenti esterne di luce artificiale indirizzate
sugli accessi al sito (capita soprattutto nel caso di siti dentro
edifici monumentali), poiché passibili di interferire coi
ritmi di attività degli esemplari.
L'illuminazione di un sito di rifugio può anche essere causata
dalla creazione di nuove aperture. In tale caso, alle variazioni
a carico del fattore luminosità si associano quelle del microclima
interno, poiché l'aumento di ventilazione del sito condiziona
i valori di temperatura e umidità. Se il sito sotterraneo
ha uno sviluppo ridotto, la creazione di una nuova apertura determina
quasi sempre l'instaurarsi di correnti d'aria negative per i pipistrelli.
Il ripristino delle condizioni originarie si ottiene provvedendo
all'occlusione delle nuove aperture.
Nel caso degli ambienti artificiali, modificando oculatamente la
ventilazione è per altro spesso possibile aumentare la potenzialità
dei siti nei confronti dei pipistrelli, ponendo le basi per incrementi
delle presenze o nuove colonizzazioni.
Nei tunnel, aperti sui due lati, la ventilazione è generalmente
eccessiva e l'interno insufficientemente umido e con temperature
troppo variabili per un utilizzo da parte dei pipistrelli; in tali
casi si può intervenire murando parzialmente una o entrambe
le aperture ed eventualmente creando ulteriori setti interni. Interventi
analoghi possono incrementare l'idoneità di altri siti edificati
sotterranei (bunker, fortificazioni, ecc.), nei quali la presenza
di più aperture e lo sviluppo ridotto pongano problemi simili
di ordine microclimatico.
In altri casi può porsi il problema opposto, ossia di una
ventilazione insufficiente e temperature interne troppo elevate,
ad esempio, per le esigenze di ibernazione. Condizioni di tale tipo
sono descritte per miniere a sviluppo orizzontale. Per rendere ospitali
tali siti, si suggerisce di creare nuove aperture o ricorrere a
bocchette d'aerazione.
In Piemonte, nell'ambito del programma di attività 2006/09
del CRC, sono stati realizzati interventi dei tipi decritti in siti
sotterranei realizzati a scopo bellico durante le due guerre mondiali.
Miglioramento delle condizioni per l'appiglio; creazione di
rifugi di piccolo volume.
Soffitti con intonaco liscio non offrono possibilità di appiglio
ai pipistrelli, ma è possibile risolvere il problema spruzzando
tutta o parte della loro superficie di intonaco rugoso o ricorrendo
a rivestimenti coi materiali costruttivi tradizionali: pietra, mattone
o legno.
A vantaggio delle specie fessuricole si suggerisce di collocare,
sulle volte o le pareti degli ambienti sotterranei che si presentino
privi di interstizi, strutture artificiali quali laterizi forati
o pannelli di materiale ruvido, questi ultimi disposti in modo da
creare intercapedini orizzontali (sui soffitti) o verticali (pareti
laterali; in questo caso si raccomanda di mantenere l'apertura per
l'accesso degli esemplari dal basso).
CODICE DI COMPORTAMENTO
NEGLI AMBIENTI SOTTERRANEI PER LA CONSERVAZIONE DEI PIPISTRELLI
In generale, nell'ambiente sotterraneo:
* non usare torce a vento, né lampade al carburo;
* non fumare;
* non accendere fuochi;
* minimizzare ogni tipo di rumore.
Oggi sono disponibili ottimi sistemi di illuminazione "fredda",
che non producono riscaldamento, né fumi. Tali fattori,
così come il disturbo acustico, possono causare effetti
negativi su pipistrelli che potrebbero non essere stati notati.
Va tenuto presente che molte specie di chirotteri utilizzano
anfratti, fessure e altri interstizi nei quali non sono facilmente
visibili.
Se ci si accorge della presenza
di pipistrelli, evitare di:
* toccarli;
* fotografarli;
* illuminarli direttamente;
* soffermarsi vicino a loro;
* usare strumenti rumorosi nelle aree in cui sono presenti
gli esemplari o nelle loro vicinanze.
Luci, rumori e variazioni termiche possono causare il risveglio
degli esemplari. Durante il periodo del letargo ciò
comporta il consumo di riserve lipidiche difficilmente ricostituibili
e il conseguente incremento della sensibilità ai fattori
di mortalità. Nelle colonie riproduttive, il disturbo
può causare aborti e perdita di neonati per caduta
dai punti di appiglio. Più in generale, un disturbo
elevato e frequente può determinare l'abbandono dei
siti da parte dei pipistrelli.
Se è nota la presenza di
numerosi pipistrelli ibernanti:
* astenersi dalle visite nel periodo d'ibernazione, indicativamente
dal 1 novembre al 15-31 marzo; in caso di condizioni meteorologiche
negative (freddo intenso, precipitazioni) astenersi dalle
visite anche in periodo successivo, indicativamente fino al
30 aprile.
Se è nota la presenza di colonie riproduttive:
* astenersi dalle visite nel periodo di presenza delle colonie,
indicativamente dal 1 maggio al 31 agosto. Per alcune colonie
può essere necessario estendere il periodo di rispetto
ai mesi di aprile e settembre.
Il periodo d'ibernazione e quello riproduttivo (parto e allevamento
dei piccoli) sono le fasi biologicamente più critiche.
I pipistrelli in tali condizioni necessitano di assoluta tranquillità.
Inoltre, dentro e fuori dagli ambienti
sotterranei:
* collaborare all'acquisizione di maggiori informazioni chirotterologiche,
segnalando osservazioni di esemplari e colonie;
* segnalare eventuali situazioni di minaccia per i pipistrelli;
* contribuire alla diffusione della cultura del rispetto dell'ambiente
ipogeo, in tutte le sue componenti.
Per indirizzare più efficacemente gli sforzi di conservazione
sono necessarie maggiori conoscenze chirotterologiche di base
e un'attenzione continua ai fattori che minacciano gli esemplari
e i loro habitat. Gli appassionati, a vario titolo, degli
ambienti ipogei, possono fornire un contributo prezioso alla
conservazione dei pipistrelli!
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