Il monitoraggio dei pipistrelli
INQUADRAMENTO RISPETTO ALLE DISPOSIZIONI
NORMATIVE E METODOLOGIA ADOTTATA IN PIEMONTE PER MONITORARE LE COLONIE
RIPRODUTTIVE/SVERNANTI DI MAGGIORE INTERESSE CONSERVAZIONISTICO
La Direttiva 92/43/CEE, attraverso il suo Regolamento attuativo,
D.P.R. 357/1997, modificato e integrato dal D.P.R. 120/2003, dispone
il monitoraggio dello stato di conservazione delle specie di interesse
comunitario, fra le quali vi sono tutti i chirotteri europei. In
relazione alla mole di lavoro necessaria per adempiere alla disposizione,
dovuta anche alla carenza di informazioni di base, è necessario
individuare priorità d'intervento, in funzione dell'urgenza
di conservazione delle diverse specie. Nell'ambito dei chirotteri,
un criterio per selezionare le specie sulle quali focalizzare prioritariamente
l'attenzione, è quello di considerare le specie che compaiono
nell'allegato B del D.P.R. 357/1997.
Il censimento presso i roost (siti di rifugio) delle principali
colonie riproduttive e svernanti, ripetuto con regolarità,
costituisce attualmente, per esse, il metodo più efficace
per monitorarne lo stato di conservazione. I dati chirotterologici
che si ottengono dai censimenti rappresentano inoltre elementi informativi
di necessaria acquisizione ai fini della gestione delle aree di
rilevanza chirotterofaunistica riconosciute come SIC o proposte
come tali.
In ottemperanza alla normativa, la Regione Piemonte ha dato avvio
nel 2004 a un programma di monitoraggio chirotterologico. Nell'ambito
dei complessivi roost noti in Piemonte, vengono considerati tutti
i siti corrispondenti alle caratteristiche sottoelencate:
1) roost rispondenti ai criteri di selezione dei siti chirotterologici
di particolare interesse conservazionistico proposti a livello nazionale
da Agnelli et al., 2004 (in tabella, tratto da: Linee guida per
il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo
studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quad. Cons.
Natura, 19, Min. Ambiente-Ist. Naz. Fauna Selvatica);
2) roost riproduttivi delle specie figuranti nell'allegato B del
D.P.R. 357/1997;
3) roost di svernamento per i quali risultano segnalati almeno 10
esemplari appartenenti a specie figuranti nell'allegato B del D.P.R.
357/1997.
Criteri per la selezione
dei siti di svernamento e/o riproduttivi di particolare interesse
conservazionistico nazionale (da: Quad. Cons. Natura, 19, Min.
Ambiente-Ist. Naz. Fauna Selvatica). |
N° SPECIE |
SPECIE |
N° ESEMPLARI |
> 4 |
Qualsiasi |
> 50 |
3 |
Qualsiasi |
> 100 |
2 |
Tutte, tranne se entrambe
fra: P. kuhlii, H. savii, P. pipistrellus e P. pygmaeus |
> 150 |
> 1 |
M. punicus e specie
All. II Dir. 92/43/CEE tranne M. schreibersii |
> 50 |
1 |
M. schreibersii e
tutte le specie non citate nella riga precedente tranne: P.
kuhlii, H. savii, P. pipistrellus e P. pygmaeus |
> 200 |
Il censimento degli esemplari ibernanti viene effettuato
all'interno dei roost, direttamente a vista o, nei rari casi di
gruppi aggregati di esemplari, da foto. Per minimizzare il disturbo
si effettua un solo rilevamento per sito, dal 15 dicembre al 15
febbraio, preferibilmente in gennaio.
Il censimento delle colonie riproduttive è finalizzato
al rilevamento del totale degli esemplari adulti/subadulti (cioè
di età superiore o uguale a un anno), senza i piccoli nati
nell'anno (cioè di età inferiore a un anno). Tale
valore rappresenta un parametro migliore per misurare la dimensione
delle colonie rispetto al valore includente i piccoli, che è
più variabile in relazione ai fattori stagionali che condizionano
la mortalità perinatale (meteo, disponibilità alimentare)
e più difficile da rilevare giacchè, soprattutto in
alcune specie, i parti possono essere distribuiti lungo l'arco di
diverse settimane.
La consistenza registrata rappresenta pertanto un valore pre-riproduttivo,
rilevabile nel periodo dei parti fintanto che tutti i piccoli dell'anno
hanno dimensioni così ridotte, rispetto a quelle degli esemplari
di età maggiore o uguale a un anno, da poter essere riconosciuti
a distanza e, quindi, non considerati nel conteggio.
Il censimento delle colonie riproduttive rimane comunque complicato
dal fatto che, in molte specie, il numero degli esemplari può
variare giornalmente, per via dello spostamento temporaneo di soggetti
in siti di rifugio diversi. Il valore rilevato nell'ambito di un
singolo censimento risulta pertanto generalmente inferiore alla
consistenza totale della colonia.
Per tali motivi appare generalmente consigliabile effettuare più
conteggi per colonia e tale esigenza è ancora più
sentita quando si procede ai primi rilevamenti, ossia in assenza
di informazioni sulle abitudini della particolare colonia considerata
(ad es. sulla distribuzione temporale degli arrivi degli esemplari
al sito riproduttivo) o sulla specie nell'area geografica in esame
(ad es. informazioni sulla data media dei parti).
Per contro, occorre considerare che, ai fini di conservazione, è
preferibile ottenere dati meno precisi, ma relativi a un numero
elevato di siti, piuttosto che disporre di accurati conteggi relativi
a pochi siti. Inoltre, quando il censimento implica l'ingresso degli
operatori nel roost, si pone il problema della mitigazione del disturbo
connesso e quindi l'esigenza di ridurre al minimo i sopralluoghi.
Infine, è necessario considerare le limitazioni di accessibilità
che si pongono per taluni roost, collocati all'interno di proprietà
private o sottoposte a amministrazioni/enti pubblici che vincolano
l'accesso ad altre esigenze, ad esempio la disponibilità
di custodi o altro personale.
In considerazione delle diverse esigenze esposte, il numero di rilevamenti
che vengono condotti per ciascuno dei siti riproduttivi inseriti
nel programma di monitoraggio è mediamente di 2.
I censimenti sono basati su videoriprese degli esemplari in uscita
serale dal roost (realizzate con termocamera o telecamere ad alta
sensibilità abbinate a fonte di luce infrarossa; esempi
di ripresa) e sul conteggio visivo diretto e/o da foto degli
esemplari eventualmente rimasti nel roost al termine della fase
di sciamatura. Ove tale procedura non è praticabile, ad es.
per problemi di accessibilità serale, si effettua il conteggio
da foto scattate nel roost nelle ore diurne o (colonie con pochi
esemplari) direttamente a vista nel roost nelle ore diurne.
Attualmente sono inseriti nel programma di monitoraggio regionale
27 siti. Per i medesimi siti sono stati acquisiti tutti gli eventuali
dati pregressi rilevati secondo la stessa metodologia, cosicchè
per una decina di essi si dispone oggi di serie pluriennali di dati
significative (i 2 siti per i quali si dispone della serie più
lunga di dati sono monitorati dal 1991).
Per ragioni di conservazione non si rende nota la lista dei siti.
Per molti di essi, infatti, non si dispone ancora di garanzie di
effettiva tutela e pubblicizzare la presenza dei pipistrelli potrebbe
significare esporli ad ulteriori rischi.
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